Elvira Luisa Bernardi non è una donna, è una diva del Bolognese, dai tempi in cui la città si chiamava Felsina lei ha combattuto al fianco degli emarginati del Pratello; ha raccolto l'acqua nel torrente Aposa e l'ha porta a coloro che avevano le gole arse dal lavoro e dagli ideali; la Dotta Bologna deve la sua gloria anche a Lei, che si è schierata contro la chiesa di Roma, anche a Lei che ha combattuto la cupidigia dei Pepoli, anche a Lei che ha voluto l'Archiginnasio.
Ma è nei momenti difficili che si distinguono gli Eroi: vedova di un labronico, madre di un tossico, matrigna di una sordomuta e amica di un ibrido, ha deciso, orgogliosa, di tener fede alle tradizioni e come tutte le donne del Pratello avevano fatto prima di lei in situazioni simili, "quando l'economia chiama, il corpo risponde" la materia non si fa da parte ma si erge ad ultima nobile ancora di salvezza.
La donna da sola porta sulle spalle il peso della sua dignità e martire celeste, si propone per farsi carico di quella delle sue compagne: questa è La Donna, questa Elvira Luisa Bernardi.
Ma è nei momenti difficili che si distinguono gli Eroi: vedova di un labronico, madre di un tossico, matrigna di una sordomuta e amica di un ibrido, ha deciso, orgogliosa, di tener fede alle tradizioni e come tutte le donne del Pratello avevano fatto prima di lei in situazioni simili, "quando l'economia chiama, il corpo risponde" la materia non si fa da parte ma si erge ad ultima nobile ancora di salvezza.
La donna da sola porta sulle spalle il peso della sua dignità e martire celeste, si propone per farsi carico di quella delle sue compagne: questa è La Donna, questa Elvira Luisa Bernardi.
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